La celiachia è una patologia autoimmune caratterizzata da un’intolleranza permanente al glutine, una proteina presente in cereali come frumento, orzo e segale. L’assunzione di glutine da parte di un soggetto celiaco provoca una reazione immunitaria che danneggia la mucosa intestinale, portando a problemi di malassorbimento e a una serie di sintomi che possono variare da disturbi gastrointestinali a manifestazioni sistemiche.
Il riconoscimento della celiachia come invalidità civile
In Italia, la celiachia è riconosciuta come malattia sociale e inclusa nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA). Ciò significa che i pazienti celiaci hanno diritto a specifiche agevolazioni sanitarie, come l’erogazione gratuita di alimenti senza glutine fino a un certo importo mensile, nonché esenzioni per visite specialistiche e accertamenti diagnostici.
Tuttavia, la celiachia in sé non dà automaticamente diritto al riconoscimento dell’invalidità civile, se non in presenza di complicanze gravi o di un impatto significativo sulla qualità della vita.
Quando la celiachia può essere considerata invalidante?
Per ottenere il riconoscimento dell’invalidità civile, la celiachia deve comportare un grado di compromissione tale da limitare le normali attività quotidiane. Alcuni fattori che possono aumentare la percentuale di invalidità includono:
Malnutrizione grave e perdita di peso persistente;
Complicanze associate, come osteoporosi, anemia cronica, neuropatie, diabete di tipo 1;
Sindrome da malassorbimento severo, con carenze nutrizionali importanti;
Celiachia refrattaria, che non risponde alla dieta senza glutine;
Coinvolgimento di altri organi o patologie autoimmuni associate, come tiroidite di Hashimoto o artrite reumatoide.
Le percentuali di invalidità civile per la celiachia
L’invalidità civile viene riconosciuta sulla base di una valutazione medico-legale effettuata dalle commissioni ASL-INPS, che assegnano una percentuale di invalidità in base alla gravità della condizione.
Indicativamente:
La celiachia senza complicanze non comporta alcun riconoscimento di invalidità.
Se sono presenti complicanze lievi o moderate, la percentuale può variare dal 21% al 40%.
Nei casi più gravi, con sindrome da malassorbimento severo, la percentuale può superare il 50%, fino ad arrivare a percentuali più elevate se la malattia incide in modo significativo sulle capacità lavorative o sulla vita quotidiana.
Benefici per i celiaci con invalidità riconosciuta
Chi ottiene il riconoscimento dell’invalidità civile può accedere a diverse agevolazioni, tra cui:
Esenzioni ticket sanitari per prestazioni diagnostiche e specialistiche;
Assegni economici in caso di invalidità superiore al 74%;
Permessi e congedi lavorativi per i lavoratori invalidi ai sensi della Legge 104/92 (se riconosciuta la gravità della condizione).
La celiachia, pur essendo una patologia cronica, non viene automaticamente considerata una condizione invalidante. Tuttavia, nei casi più gravi, in cui la malattia compromette in modo significativo la qualità della vita e la capacità lavorativa, è possibile ottenere il riconoscimento dell’invalidità civile. Per fare ciò, è necessario presentare un’apposita domanda all’INPS, corredata da certificazioni mediche che attestino la gravità della condizione.
Classificazione Secondo l’ICD-11
Nel sistema di classificazione internazionale delle malattie (ICD-11), la celiachia è codificata come:
CA90.0 – Celiachia: Questa categoria include la forma classica della malattia, caratterizzata da sintomi gastrointestinali e danno intestinale.
CA90.1 – Dermatite erpetiforme: Variante cutanea della celiachia che si manifesta con lesioni cutanee pruriginose.
CA90.Z – Altre forme di celiachia o non specificata: Categoria che raccoglie varianti atipiche della malattia.
Rispetto all’ICD-10, l’ICD-11 fornisce una classificazione più dettagliata e aggiornata della malattia, permettendo una migliore identificazione clinica.

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