L’articolo 40 della Costituzione italiana sancisce uno dei diritti fondamentali dei lavoratori: il diritto di sciopero. Esso recita:
“Il diritto di sciopero si esercita nell’ambito delle leggi che lo regolano.”
Questo breve ma significativo articolo pone al centro un principio essenziale per la democrazia e la tutela dei lavoratori, riconoscendo loro la possibilità di sospendere collettivamente la prestazione lavorativa come forma di pressione nei confronti del datore di lavoro o per rivendicare diritti e migliori condizioni di lavoro.
Origine e significato
Inserito nella Carta Costituzionale del 1948, l’articolo 40 rappresenta una conquista sociale raggiunta dopo decenni di lotte sindacali e operaie. Lo sciopero viene riconosciuto come un diritto costituzionale, quindi fondamentale e indisponibile, ma è subordinato a un principio di legalità: deve esercitarsi “nell’ambito delle leggi che lo regolano”.
Ciò significa che la Costituzione demanda al legislatore ordinario il compito di stabilire le modalità e i limiti per l’esercizio di questo diritto, soprattutto per bilanciarlo con altri interessi costituzionali, come la tutela della salute, della sicurezza e della libertà degli altri cittadini.
Sciopero e limiti legali
In Italia, la legge 146/1990 e successive modifiche hanno fissato regole precise per lo sciopero nei servizi pubblici essenziali (sanità, trasporti, scuole, giustizia, ecc.), per evitare che l’interruzione totale di tali servizi arrechi danno ai diritti fondamentali degli utenti. In questi casi, sono previsti:
Preavviso obbligatorio da parte delle organizzazioni sindacali.
Prestazioni minime garantite per assicurare il funzionamento dei servizi indispensabili.
Sanzioni in caso di scioperi illegittimi.
Ruolo dello sciopero in una democrazia
Lo sciopero non è solo uno strumento di rivendicazione economica, ma ha anche un valore politico e sociale: consente ai lavoratori di esprimere dissenso, sollecitare cambiamenti e partecipare attivamente alla vita collettiva. È quindi un segno distintivo di una società democratica, in cui i rapporti tra capitale e lavoro devono essere improntati all’equilibrio e al rispetto reciproco.
L’articolo 40 della Costituzione italiana, sebbene sintetico, rappresenta un pilastro del diritto del lavoro. Esso riconosce ai lavoratori un potente strumento di partecipazione e di tutela, che deve però essere esercitato in modo responsabile e nel rispetto delle leggi che ne disciplinano l’attuazione.

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