Spettano al Consiglio superiore della magistratura, secondo le norme dell’ordinamento giudiziario, le assunzioni, le assegnazioni ed i trasferimenti, le promozioni e i provvedimenti disciplinari nei riguardi dei magistrati.”
1. Introduzione
L’articolo 105 della Costituzione italiana, insieme all’articolo 104, costituisce il cuore del sistema di garanzie dell’indipendenza della magistratura.
Se l’articolo 104 ne definisce la struttura e la composizione, l’articolo 105 ne stabilisce invece le competenze e i poteri effettivi, indicando cosa spetta concretamente al Consiglio Superiore della Magistratura (CSM).
2. Il ruolo del CSM
L’articolo 105 affida al CSM una funzione fondamentale: l’autogoverno della magistratura.
Ciò significa che le carriere, le nomine, i trasferimenti e la disciplina dei magistrati non sono decisi dal potere politico, ma da un organo autonomo, rappresentativo della magistratura stessa e presieduto dal Presidente della Repubblica.
Questa scelta costituzionale serve a evitare qualsiasi interferenza politica o amministrativa nelle decisioni che riguardano i giudici e i pubblici ministeri.
3. Le principali competenze del CSM
L’articolo 105 elenca in modo sintetico le quattro funzioni principali del Consiglio Superiore della Magistratura:
a) Assunzioni
Il CSM gestisce le procedure di ingresso nella magistratura.
In base alle norme dell’ordinamento giudiziario, approva i concorsi, le graduatorie e le nomine dei nuovi magistrati, assicurando che l’accesso avvenga per merito e competenza, non per favoritismo o appartenenza politica.
b) Assegnazioni e trasferimenti
Il Consiglio decide a quale tribunale o procura assegnare ciascun magistrato e valuta eventuali richieste di trasferimento.
In questo modo si garantisce un equilibrio territoriale e si evitano pressioni esterne che potrebbero influenzare l’operato di un magistrato in determinate sedi.
c) Promozioni
Il CSM stabilisce i criteri e le procedure per la progressione di carriera, valutando il merito, l’anzianità e la professionalità dei magistrati.
Anche qui l’obiettivo è evitare che la carriera giudiziaria dipenda da fattori politici o relazionali.
d) Provvedimenti disciplinari
Il Consiglio esercita anche la funzione disciplinare, cioè interviene nei casi in cui un magistrato violi i propri doveri o tenga comportamenti incompatibili con la funzione giudiziaria.
Questa funzione è svolta attraverso la Sezione disciplinare del CSM, che agisce come un vero e proprio giudice interno, nel rispetto delle garanzie di difesa.
4. Il significato dell’autonomia
L’articolo 105 rappresenta un tassello essenziale per garantire la separazione dei poteri.
Il fatto che le decisioni su assunzioni, trasferimenti e promozioni spettino al CSM — e non al Governo — è una condizione necessaria per un sistema giudiziario libero e imparziale.
In altre parole, un magistrato deve poter decidere solo in base alla legge e alla propria coscienza, senza temere ripercussioni sulla carriera.
5. Rapporti con la legge ordinaria
La Costituzione, nel prevedere che tali competenze spettino al CSM “secondo le norme dell’ordinamento giudiziario”, lascia al legislatore ordinario il compito di disciplinare i dettagli procedurali.
Tuttavia, nessuna legge può limitare l’autonomia del Consiglio o rimettere al potere politico decisioni che la Costituzione riserva espressamente al CSM.
6. Attualità e dibattito
Negli ultimi anni il ruolo del CSM è stato spesso al centro del dibattito pubblico, soprattutto in relazione a:
la trasparenza delle nomine dei vertici giudiziari;
il peso delle correnti interne nella magistratura;
la necessità di una riforma per rafforzarne la credibilità e l’efficienza.
Nonostante le criticità, l’articolo 105 continua a rappresentare una garanzia di indipendenza e di equilibrio nel sistema democratico italiano.
7. Conclusione
L’articolo 105 della Costituzione italiana è una norma di straordinaria importanza: attribuisce al Consiglio Superiore della Magistratura i poteri necessari per governare autonomamente la magistratura, assicurando così che nessun altro potere dello Stato possa condizionare la giustizia.
È, in definitiva, uno degli strumenti più concreti attraverso cui si realizza il principio di indipendenza del potere giudiziario, cardine dello Stato democratico e garanzia essenziale per i diritti dei cittadini.
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