Cos’è il disturbo da escoriazione
Il disturbo da escoriazione, noto anche come skin picking disorder o dermatillomania, è una condizione psicopatologica caratterizzata da un impulso ricorrente e incontrollabile a grattare, pizzicare o lesionare la propria pelle, spesso fino a provocare ferite, croste, cicatrici o infezioni.
Non si tratta di un semplice “vizio” o di un gesto abituale: è un disturbo del controllo degli impulsi appartenente alla stessa categoria del disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) e dei disturbi correlati.
Classificazione diagnostica (ICD e DSM)
ICD-10 (Classificazione Internazionale delle Malattie)
Nell’ICD-10, il disturbo da escoriazione non aveva una voce specifica, ma veniva inquadrato come:
F42.8 – Altri disturbi ossessivo-compulsivi specificati, oppure
F63.8 – Altri disturbi delle abitudini e degli impulsi.
ICD-11 (versione più recente, OMS 2022)
Con la nuova classificazione ICD-11, l’OMS ha riconosciuto ufficialmente il disturbo da escoriazione come entità autonoma:
Code 6B22 – Excoriation (skin-picking) disorder, inserito nel capitolo “Disturbi ossessivo-compulsivi e disturbi correlati”.
DSM-5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali)
Nel DSM-5, pubblicato dall’American Psychiatric Association, il disturbo è classificato come:
300.6 (F42) – Disturbo da escoriazione (skin picking disorder).
I criteri diagnostici comprendono:
Ricorrente manipolazione o escoriazione della pelle con conseguenti lesioni cutanee.
Ripetuti tentativi falliti di ridurre o smettere.
Sofferenza clinicamente significativa o compromissione sociale, lavorativa o di altre aree importanti della vita.
Il comportamento non è dovuto a un’altra condizione medica (es. scabbia, dermatite).
Conseguenze fisiche e psicologiche
Le conseguenze del disturbo da escoriazione possono essere gravi e invalidanti:
Fisiche: cicatrici permanenti, infezioni, esiti estetici importanti (soprattutto al volto o agli arti).
Psicologiche: vergogna, ansia, depressione, isolamento sociale, bassa autostima.
Funzionali: compromissione della vita quotidiana, evitamento di relazioni o attività sociali.
Disturbo da escoriazione e invalidità civile
In Italia, l’invalidità civile è riconosciuta a chi presenta una riduzione permanente della capacità lavorativa (per i soggetti in età lavorativa) o della capacità complessiva di svolgere le normali attività della vita quotidiana (per minori o anziani).
Il disturbo da escoriazione può essere oggetto di valutazione medico-legale ai fini dell’invalidità civile quando determina una compromissione psicologica e funzionale significativa.
⚖️ Inquadramento medico-legale
Non esiste una voce tabellare specifica per il disturbo da escoriazione nelle tabelle ministeriali di invalidità. Tuttavia, esso può essere valutato nell’ambito dei:
Disturbi nevrotici, ossessivo-compulsivi, fobici e correlati → invalidità compresa tra 10% e 60%, in base alla gravità;
Disturbi di personalità o del comportamento → nei casi più gravi e cronici, la percentuale può salire fino al 70-80%, se è presente un grave deterioramento delle relazioni interpersonali o della capacità lavorativa.
🩺 Documentazione utile
Per una valutazione medico-legale corretta, è necessario presentare:
Relazione specialistica psichiatrica o psicologica;
Diagnosi conforme ai criteri ICD-11 o DSM-5;
Eventuali referti dermatologici (documentazione di lesioni croniche, cicatrici, infezioni);
Relazione del medico curante sullo stato funzionale e lavorativo.
Terapia e prognosi
Il trattamento del disturbo da escoriazione è multidisciplinare, e può includere:
Psicoterapia cognitivo-comportamentale (CBT), in particolare la Habit Reversal Training (HRT);
Farmacoterapia (SSRI o altri farmaci per il controllo degli impulsi);
Supporto dermatologico e psicologico integrato.
La prognosi varia: con trattamento adeguato, molti pazienti riescono a ridurre o controllare il comportamento, migliorando notevolmente la qualità della vita.
Conclusione
Il disturbo da escoriazione è una patologia riconosciuta a livello internazionale, con solide basi neuropsicologiche e comportamentali.
Non si tratta di un difetto estetico né di una mancanza di volontà, ma di un disturbo mentale diagnosticabile e curabile.
Nei casi più gravi, quando comporta limitazioni significative nella vita sociale e lavorativa, può essere oggetto di riconoscimento dell’invalidità civile, previa documentazione specialistica e diagnosi conforme ai criteri ICD o DSM.
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