1. Le norme sull’ordinamento giudiziario e su ogni magistratura sono stabilite con legge.
2. La legge assicura l’indipendenza dei giudici delle giurisdizioni speciali, del pubblico ministero presso di esse, e degli estranei che partecipano all’amministrazione della giustizia.

Introduzione

L’articolo 108 della Costituzione italiana, inserito nel Titolo IV – La Magistratura, è una norma di grande importanza perché stabilisce i principi fondamentali sull’organizzazione del potere giudiziario.
Dopo aver affermato, negli articoli precedenti (in particolare il 101, 104 e 107), l’indipendenza dei magistrati, la Costituzione fissa qui le regole generali per garantire tale indipendenza attraverso la legge.

1. Le norme sull’ordinamento giudiziario

Il primo comma dell’articolo 108 recita:

“Le norme sull’ordinamento giudiziario e su ogni magistratura sono stabilite con legge.”

Questo principio significa che solo il Parlamento, attraverso una legge ordinaria, può disciplinare l’organizzazione della magistratura e il funzionamento dei tribunali.
In altre parole, il governo non può modificare l’assetto della giustizia con semplici decreti o regolamenti: serve sempre una legge votata dal Parlamento, a garanzia della trasparenza e della democraticità del sistema giudiziario.

Ciò rappresenta una tutela dell’autonomia del potere giudiziario nei confronti dell’esecutivo: l’organizzazione della giustizia non può dipendere da scelte politiche contingenti, ma deve essere regolata da norme generali e stabili.

2. L’indipendenza dei giudici delle giurisdizioni speciali

Il secondo comma afferma:

“La legge assicura l’indipendenza dei giudici delle giurisdizioni speciali, del pubblico ministero presso di esse, e degli estranei che partecipano all’amministrazione della giustizia.”

Oltre ai giudici ordinari, in Italia esistono giurisdizioni speciali, cioè tribunali che si occupano di materie particolari.
Le principali sono:

  • I tribunali amministrativi regionali (TAR) e il Consiglio di Stato, per le controversie tra cittadini e pubblica amministrazione;

  • La Corte dei conti, per i giudizi di responsabilità amministrativa e contabile;

  • I tribunali militari, per i reati commessi da appartenenti alle forze armate.

L’articolo 108 stabilisce che anche questi giudici devono essere indipendenti, esattamente come i magistrati ordinari.
Inoltre, la norma tutela anche:

  • il pubblico ministero che opera presso tali giurisdizioni speciali;

  • gli “estranei” che partecipano all’amministrazione della giustizia, cioè i cittadini non magistrati che fanno parte di organi giudicanti (ad esempio, i giudici popolari delle Corti d’assise).

3. Finalità e importanza della norma

L’articolo 108 ha una funzione di garanzia e di equilibrio: serve a mantenere separati e autonomi i poteri dello Stato.
In particolare, assicura che:

  • la legislazione giudiziaria non sia monopolio del governo, ma frutto del processo democratico;

  • anche i giudici non appartenenti alla magistratura ordinaria godano di indipendenza e imparzialità;

  • la giustizia militare, amministrativa e contabile sia sottratta a ogni ingerenza politica o gerarchica.

In sostanza, la norma estende e rafforza il principio di indipendenza del potere giudiziario, espresso nei precedenti articoli 104–107.

4. Attualità e applicazione

Oggi l’articolo 108 mantiene una grande attualità, soprattutto in relazione alle riforme della giustizia e al dibattito sull’equilibrio tra potere politico e magistratura.
Ogni proposta di modifica all’ordinamento giudiziario deve rispettare il principio costituzionale per cui l’indipendenza dei giudici è garantita dalla legge, e non può essere ridotta da provvedimenti d’urgenza o da pressioni esterne.

Inoltre, la tutela prevista per le giurisdizioni speciali è fondamentale per garantire la parità dei cittadini davanti alla legge, anche nei settori in cui la pubblica amministrazione o lo Stato sono parte in causa.

Conclusione

L’articolo 108 della Costituzione italiana consolida uno dei cardini dello Stato di diritto:
 l’indipendenza del potere giudiziario, come condizione indispensabile per una giustizia imparziale, equa e sottratta a influenze politiche.

Con esso, i Costituenti hanno voluto assicurare che tutti i giudici, di qualunque ordine o grado, potessero esercitare le proprie funzioni solo in nome della legge e secondo coscienza, garantendo così i diritti dei cittadini e la corretta amministrazione della giustizia.

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