“L’autorità giudiziaria dispone direttamente della polizia giudiziaria.”

Introduzione

L’articolo 109 della Costituzione italiana è una norma breve ma di enorme importanza per l’equilibrio dei poteri dello Stato.
Essa stabilisce un principio fondamentale: la polizia giudiziaria — cioè quella parte delle forze di polizia che svolge funzioni di indagine — dipende direttamente dall’autorità giudiziaria (pubblico ministero e giudici), e non dal potere esecutivo.

Questo articolo, inserito nel Titolo IV (“La Magistratura”), è uno dei pilastri che garantiscono la separazione tra potere politico e potere giudiziario, in particolare durante le indagini penali.

1. Significato del principio

L’espressione “dispone direttamente” significa che il pubblico ministero e i giudici possono impartire ordini, direttive e istruzioni alla polizia giudiziaria senza dover passare attraverso il Ministero dell’Interno o altre autorità politiche.

In pratica, quando si apre un’indagine:

  • la polizia giudiziaria (ad esempio Carabinieri, Polizia di Stato o Guardia di Finanza) agisce alle dipendenze funzionali del pubblico ministero;

  • il governo, pur avendo un potere di direzione generale sulle forze di polizia, non può interferire nelle indagini specifiche.

Questo garantisce che le inchieste si svolgano in modo imparziale e indipendente, senza pressioni o influenze politiche.

2. Origine storica e motivazioni

Durante il regime fascista, la polizia dipendeva totalmente dal potere politico, e ciò permise abusi e repressioni nei confronti di oppositori e cittadini.
I Costituenti, nel 1947, vollero impedire che simili ingerenze potessero ripetersi, e per questo introdussero l’articolo 109: una norma di garanzia democratica, che sottrae la gestione delle indagini al controllo del governo.

In sintesi, la finalità era — ed è tuttora — quella di assicurare che la ricerca della verità penale sia condotta solo nell’interesse della giustizia, non per motivi di convenienza politica o personale.

3. La funzione della polizia giudiziaria

La polizia giudiziaria è l’insieme degli organi che collaborano con l’autorità giudiziaria per:

  • raccogliere prove e indizi di reato;

  • identificare i responsabili;

  • impedire che i reati vengano portati a conseguenze ulteriori.

I principali corpi che svolgono queste funzioni sono:

  • la Polizia di Stato;

  • l’Arma dei Carabinieri;

  • la Guardia di Finanza;

  • la Polizia penitenziaria (in casi specifici).

Quando operano come polizia giudiziaria, questi corpi non rispondono ai ministeri o ai vertici politici, ma esclusivamente ai magistrati che conducono le indagini.

4. Equilibrio tra poteri dello Stato

L’articolo 109 è un esempio concreto di bilanciamento tra poteri:

  • da un lato, lo Stato mantiene l’unità e la direzione generale delle forze di polizia (funzione del Governo);

  • dall’altro, durante le indagini giudiziarie, la funzione investigativa è posta sotto il controllo diretto dell’autorità giudiziaria.

In questo modo, la Costituzione impedisce che il potere esecutivo possa controllare o ostacolare le indagini giudiziarie, garantendo la piena autonomia del potere giudiziario.

5. Attualità e dibattito

Ancora oggi, l’articolo 109 è al centro di discussioni politiche e giuridiche.
Alcuni sostengono che la dipendenza diretta della polizia giudiziaria dai magistrati renda le indagini poco coordinate a livello nazionale; altri, invece, ribadiscono che questa indipendenza è una garanzia fondamentale contro il rischio di abusi del potere politico.

Il principio espresso dall’articolo 109 è dunque un pilastro dello Stato di diritto, che tutela la libertà dei cittadini assicurando che nessuna indagine penale possa essere condizionata o manipolata da chi detiene il potere.

Conclusione

L’articolo 109 della Costituzione italiana, pur nella sua brevità, rappresenta uno dei punti più alti del sistema di garanzie democratiche costruito dai Costituenti.
Con esso si afferma che la giustizia non può essere soggetta al potere politico: le indagini devono essere condotte solo in nome della legge, da magistrati indipendenti e da una polizia giudiziaria che ne segue le direttive.

È grazie a questo principio che l’Italia può definirsi, a pieno titolo, uno Stato di diritto, in cui la verità giudiziaria è cercata liberamente, senza condizionamenti né pressioni esterne.

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