“A fini di utilità generale la legge può riservare originariamente o trasferire, mediante espropriazione e salvo indennizzo, allo Stato, ad enti pubblici o a comunità di lavoratori o di utenti determinate imprese o categorie di imprese, che si riferiscano a servizi pubblici essenziali o a fonti di energia o a situazioni di monopolio ed abbiano carattere di preminente interesse generale.”

L’articolo 43 rappresenta una delle disposizioni più avanzate della nostra Costituzione in termini di economia pubblica. Introduce la possibilità per lo Stato (o altri enti pubblici) di nazionalizzare o riservare imprese strategiche, quando ciò sia giustificato da un interesse collettivo.

I concetti chiave:

  • Utilità generale: è la finalità che giustifica l’intervento pubblico.

  • Espropriazione con indennizzo: lo Stato può acquisire imprese, ma deve corrispondere un equo compenso.

  • Servizi pubblici essenziali: trasporti, sanità, energia, acqua, telecomunicazioni ecc.

  • Fonti di energia: gas, elettricità, petrolio.

  • Monopoli naturali o di fatto: settori dove la concorrenza è impossibile o dannosa per l’interesse pubblico.

L’articolo 43 non vieta l’iniziativa economica privata (che è tutelata dall’art. 41 della Costituzione), ma stabilisce che lo Stato può intervenire laddove l’interesse generale lo renda necessario. È quindi una forma di economia mista, dove pubblico e privato convivono, ma con un primato dell’interesse collettivo.

In Italia, l’articolo 43 non è mai stato attuato in modo organico attraverso una legge attuativa specifica. Tuttavia, ha ispirato:

  • Le nazionalizzazioni dell’energia elettrica (ENEL, 1962)

  • La creazione di ente pubblici economici (come ENI o IRI nel Novecento)

  • I dibattiti attuali sulla ripubblicizzazione dell’acqua, o sulla gestione pubblica di servizi digitali e reti energetiche.

L’articolo 43 è tornato spesso al centro del dibattito in tempi recenti, per esempio:

  • Acqua pubblica: molte Regioni e Comuni hanno avviato processi di ripubblicizzazione delle reti idriche.

  • Energia e transizione ecologica: con la crisi energetica, si discute di maggiore controllo pubblico sulle fonti energetiche.

  • Telecomunicazioni e banda larga: c’è chi propone che lo Stato controlli direttamente l’infrastruttura digitale.

  • Sanità pubblica: dibattiti sul rischio di privatizzazione spinta e sulla necessità di un servizio sanitario nazionale forte.

L’articolo 43 della Costituzione è una norma potente ma in gran parte inattuata, che offre allo Stato lo strumento giuridico per intervenire in settori chiave dell’economia quando il bene collettivo è in gioco. Rappresenta un equilibrio tra libertà di impresa e giustizia sociale, tra iniziativa privata e controllo democratico dei beni comuni.

In tempi di crisi energetica, cambiamenti climatici, disuguaglianze economiche e digitalizzazione, questo articolo potrebbe tornare fondamentale per ridefinire il ruolo dello Stato nell’economia.

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