La fibromialgia è una sindrome cronica caratterizzata da dolore muscolo-scheletrico diffuso, affaticamento, disturbi del sonno e alterazioni cognitive. Nonostante l’assenza di alterazioni visibili agli esami diagnostici, la fibromialgia ha un impatto significativo sulla qualità della vita di chi ne soffre, limitando le capacità lavorative e le attività quotidiane.
Il riconoscimento della fibromialgia come invalidità civile
Attualmente, in Italia, la fibromialgia non è inclusa nelle tabelle ministeriali dell’invalidità civile, il che significa che non dà automaticamente diritto al riconoscimento di una percentuale di invalidità. Tuttavia, può essere valutata caso per caso dalle commissioni medico-legali dell’INPS, in base alla gravità dei sintomi e all’impatto sulla capacità lavorativa.
Quando la fibromialgia può essere considerata invalidante?
Il riconoscimento dell’invalidità civile per la fibromialgia dipende dalla severità della malattia e dalle sue ripercussioni sulla vita del paziente. Alcuni fattori che possono influenzare la valutazione includono:
Dolore cronico grave, resistente ai trattamenti;
Affaticamento debilitante, che limita le normali attività quotidiane;
Disturbi cognitivi e difficoltà di concentrazione (spesso definiti “fibro-fog”);
Comorbilità con altre patologie, come depressione, ansia, artrite o sindrome da fatica cronica;
Limitazione nei movimenti e riduzione dell’autonomia personale.
Le percentuali di invalidità civile per la fibromialgia
Essendo una condizione non tabellata, la fibromialgia non ha una percentuale fissa di invalidità. Tuttavia, sulla base delle valutazioni medico-legali, si possono ottenere diverse percentuali:
Inferiore al 33%: considerata non invalidante ai fini assistenziali.
Tra il 34% e il 73%: possibile riconoscimento dell’invalidità civile senza diritto a prestazioni economiche, ma con accesso ad agevolazioni come esenzioni per visite specialistiche.
Superiore al 74%: riconoscimento dell’invalidità con diritto ad assegni assistenziali, se viene dimostrata l’incapacità a svolgere un’attività lavorativa.
100% di invalidità: nei casi più gravi, con totale incapacità lavorativa e necessità di assistenza continua.
Come richiedere l’invalidità civile per fibromialgia
Il processo di richiesta dell’invalidità prevede:
Certificazione medica: il medico curante deve rilasciare un certificato che attesti la diagnosi e la gravità della condizione.
Domanda all’INPS: tramite il portale online o con il supporto di un patronato.
Visita medico-legale: la commissione dell’INPS valuta il paziente e assegna una percentuale di invalidità.
Esito e possibili ricorsi: se la percentuale riconosciuta è inferiore alle aspettative, è possibile fare ricorso.
Nonostante la fibromialgia non sia ancora ufficialmente riconosciuta nelle tabelle di invalidità civile, chi ne soffre può ottenere il riconoscimento in base all’impatto della malattia sulla propria vita quotidiana e lavorativa. Una corretta documentazione medica e una valutazione accurata sono fondamentali per ottenere il giusto riconoscimento dei propri diritti.
Classificazione Secondo l’ICD-11
Nel sistema di classificazione internazionale delle malattie (ICD-11), la fibromialgia è codificata come:
MG30.01 – Fibromialgia: È riconosciuta come una condizione di dolore cronico primario, caratterizzata da sintomi persistenti e diffusi non associati a specifiche patologie infiammatorie o neurologiche.
Questa classificazione permette una migliore identificazione della condizione, favorendo una diagnosi più chiara e una gestione più efficace.

contatti
NOTIZIE ED APPROFONDIMENTI
Spazio ideato per offrire approfondimenti utili e chiari su temi legali di interesse comune.