Tra i principi fondamentali della Costituzione italiana, l’articolo 36 occupa un posto centrale nella definizione del rapporto tra lavoratore e datore di lavoro, ponendo l’accento sulla giustizia retributiva e la dignità del lavoro. Ecco il testo completo:
“Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa.
La durata massima della giornata lavorativa è stabilita dalla legge.
Il lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite, e non può rinunziarvi.”
1. Il diritto a una retribuzione equa
Il primo comma stabilisce uno dei principi più avanzati della nostra Costituzione: il lavoratore ha diritto a una retribuzione giusta, cioè:
Proporzionata alla quantità e qualità del lavoro svolto: ciò significa che il compenso deve tenere conto sia del tempo impiegato, sia della competenza, della responsabilità e del tipo di attività esercitata.
Sufficiente per una vita dignitosa: la retribuzione non deve solo essere adeguata alla prestazione, ma anche garantire un’esistenza libera e dignitosa per il lavoratore e la sua famiglia. Questo introduce un concetto di giustizia sociale, e non solo economica.
La “giusta retribuzione” è anche il fondamento per il salario minimo costituzionale, anche se non esplicitamente quantificato. La sua attuazione concreta avviene attraverso contratti collettivi nazionali e norme legislative.
2. La limitazione dell’orario di lavoro
Il secondo comma sancisce che la durata massima della giornata lavorativa è stabilita dalla legge. Questo principio tutela la salute fisica e mentale del lavoratore, impedendo lo sfruttamento eccessivo. Attualmente, la legislazione italiana fissa a 40 ore settimanali l’orario di lavoro standard, con limiti specifici anche per lavoro straordinario e notturno.
3. Il diritto al riposo e alle ferie
Il terzo comma afferma che:
Il lavoratore ha diritto al riposo settimanale (di norma la domenica).
Ha diritto alle ferie annuali retribuite.
Non può rinunciarvi, nemmeno volontariamente.
Questa disposizione non è solo un diritto del lavoratore, ma un obbligo per il datore di lavoro. Il riposo è essenziale per il benessere fisico, psichico e sociale della persona, e le ferie sono strumenti fondamentali per il recupero delle energie e la piena partecipazione alla vita familiare e sociale.
Un principio sempre attuale
L’articolo 36, scritto nel 1947, è ancora oggi di straordinaria attualità. In un mondo del lavoro sempre più flessibile e frammentato, con forme contrattuali atipiche e nuove sfide come il lavoro digitale e il precariato, il principio costituzionale di una retribuzione sufficiente per una vita dignitosa rappresenta una bussola etica e giuridica.
L’articolo 36 non si limita a riconoscere un compenso economico: esso difende la dignità del lavoratore come persona, affermando che il lavoro non è solo mezzo di sostentamento, ma anche parte essenziale della realizzazione individuale e collettiva. In tal senso, è uno dei capisaldi della nostra Repubblica democratica e sociale.
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