L’articolo 67 della Costituzione italiana recita:
“Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato.”
Questa disposizione, breve ma fondamentale, contiene due principi cardine della democrazia rappresentativa italiana: la rappresentanza nazionale e il divieto di mandato imperativo.
1. La rappresentanza della Nazione
Secondo l’art. 67, ogni parlamentare – sia deputato che senatore – non rappresenta esclusivamente il corpo elettorale che lo ha votato, la propria circoscrizione o il proprio partito politico, ma l’intera Nazione.
Questo significa che l’attività legislativa e politica deve essere orientata al bene comune, e non limitata a interessi particolari o locali.
2. Il divieto di mandato imperativo
Il divieto di mandato imperativo implica che i parlamentari non sono giuridicamente vincolati da istruzioni obbligatorie, né da parte degli elettori, né dei partiti, né di altre organizzazioni.
In altre parole, il parlamentare ha libertà di voto e di opinione, e non può essere giuridicamente sanzionato o destituito per aver votato in modo diverso dalle indicazioni ricevute.
Questa scelta si ispira al modello delle democrazie liberali europee, dove si ritiene essenziale garantire l’autonomia del parlamentare per preservare la genuinità del dibattito e l’indipendenza del Parlamento come organo supremo di rappresentanza politica.
3. Conseguenze pratiche
I parlamentari possono cambiare gruppo politico o schieramento durante la legislatura (fenomeno del trasformismo o “cambio di casacca”), senza perdere il mandato.
Le decisioni dei partiti, pur avendo un peso politico, non hanno valore giuridico vincolante per i parlamentari.
Le Camere non possono sciogliere un mandato né escludere un parlamentare per aver votato in modo difforme.
4. Dibattito e critiche
Negli ultimi anni l’art. 67 è stato oggetto di discussione politica.
Alcuni sostengono che il divieto di mandato imperativo favorisca l’instabilità e il trasformismo, minando la fiducia dei cittadini nei confronti della politica.
Altri ritengono invece che sia un presidio di libertà democratica, in quanto impedisce che i parlamentari diventino meri esecutori delle decisioni di partito o, peggio, di gruppi di potere.
L’articolo 67 rappresenta un pilastro della democrazia parlamentare italiana. Esso afferma che i deputati e i senatori, una volta eletti, non rispondono soltanto agli elettori che li hanno scelti, ma a tutta la comunità nazionale, esercitando il loro mandato in piena libertà e responsabilità.
Il bilanciamento tra autonomia dei parlamentari e rispetto della volontà popolare rimane un tema centrale del dibattito costituzionale e politico contemporaneo.
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